Sicuramente è molto più diffuso il contrario: a volte chi ha un elevato senso del pudore pontifica sulla mancanza di senso del pudore altrui.
In entrambi i casi di "pontificazione", penso si tratti di una mancata capacità di comprendere la diversità dell'altro: il senso del pudore non è un qualcosa di predeterminato e fisso, varia da persona a persona, è influenzato dal carattere, dalle esperienze, dall'educazione, dall'ambiente sociale e millemila altri fattori.
Il fatto che a me ci vogliano cent'anni prima di riuscire ad avvicinarmi ad un uomo, che io mi riguardi anche solo ad avere un innocuo contatto fisico con lui, può sembrare eccessivo ad alcune donne che vivono i rapporti con l'altro sesso in modo molto più rilassato; ma può sembrare scostumato ad altre, ad esempio di culture diverse, per le quali non è nemmeno concepibile che una donna mostri i capelli o vada in giro da sola.
Se vai alle terme in Italia, troverai tutti in costume da bagno; se vai alle terme in Germania o in Tirolo, troverai tutti molto tranquillamente e serenamente nudi.
Come fai a definire il senso del pudore, se non attraverso il tuo personale e soggettivo punto di vista? Ed essendo il metro di valutazione personale e soggettivo, come fai a stabilire quale sia giusto? Ognuno ha il proprio, e se lo vive come gli sembra meglio.